sabato 21 maggio 2016

LA POLVERE MAGICA CHE FA INNAMORARE LE PERSONE


Ugone e Gonario si addentrano nei vivaci meandri del suk. Il giovane rimane incantato alla vista dell’enorme quantità di spezie allineate come sofisticate danzatrici in mucchietti colorati che s’accostano in modo geometrico come tessere d’un pregiato mosaico. Gonario è attirato dai modi affabili di un mercante che li invita ad entrare nella sua bottega. Li fa sedere e offre loro una tazzina di the alla menta. Il mercante è un bravo affabulatore e Gonario segue affascinato il suo racconto.



Un tempo viveva a Tunisi un uomo che, arrivato quasi ai trent’anni, non era ancora riuscito a trovare moglie. Aveva un buon lavoro e una bella casa, ma nessuna ragazza della città accettava la sua proposta di matrimonio. Una sera Abdhul, così si chiamava l’uomo, rientrando alla sua casa, notò in lontananza una donna molto bella dai lunghi capelli ricci. Non l’aveva mai vista prima e pensò fosse una straniera di passaggio. Cominciò a seguirla a distanza con l’intenzione di scoprire chi fosse e magari di fare la sua conoscenza. La donna attraversò la città senza fermarsi, dirigendosi verso l’uscita sempre seguita da Abdhul. I due camminavano a poche decine di metri l’uno dall’altro, quando l’uomo tentava di avvicinarsi la donna allungava inspiegabilmente il passo e se egli per caso accennava una corsa, ella lo imitava immediatamente. Abdul la seguì per tutta la notte finché al mattino arrivò al molo che chiudeva il porto,mala ragazza era scomparsa. Aguzzando lo sguardo riuscì a scorgere una figura che camminava sull’acqua che, inspiegabilmente, sotto i suoi piedi diventava terra. La seguì senza esitare, sempre tenendosi a debita distanza. Superarono i mari più azzurri e gli oceani più profondi con la bonaccia e con la tempesta. Non appena metteva piede a terra in qualche porto e in qualche spiaggia, la ragazza si fermava un attimo ma poco dopo ripartiva. Era instancabile e dopo i mari fu la volta di dover attraversare, passo dopo passo, boschi interminabili e alte montagne. Davanti a tali vette, Abdhul si spaventò non poco, a preoccuparlo  ancor di più, erano i bianchi fiocchi di neve che non aveva mai visto. Più di una volta desiderò il sole di Tunisi, ma il desiderio di seguire quella donna era più forte di tutto. Soltanto standole dietro dimenticava il senso di solitudine che a lungo aveva reso tristi i suoi giorni. L’uomo e la donna camminarono per anni, senza che la ragazza si fermasse o si voltasse. Ad un certo punto le loro gambe iniziarono a diventare più lente e pesanti. Abdhul si accorse anche di alcuni capelli bianchi che erano spuntati qua e là e della pelle che cominciava a diventare ruvida e segnata dal trascorrere del tempo. Nonostante invecchiasse senza aver raggiunto la ragazza, era comunque felice. Un giorno il loro cuore non resse più la fatica di un viaggio così lungo e entrambi crollarono a terra a pochi passi l’uno dall’altra.
- Mi hai seguita da un capo all’altro del mondo - disse la donna che aveva i capelli ormai bianchi - con una tenacia che neppure il più caro amico avrebbe potuto dimostrarmi. Adesso che io sto per morire spiegami perché lo hai fatto.
- Anch’io sono distrutto dalla fatica. Mi hai fatto camminare tantissimo e ogni volta che stavo per raggiungerti tu fuggivi. Non volevo farti del male, ti inseguivo attraverso il mondo per consegnarti questa.
Abdhul trasse da un sacchetto di pelle che aveva appesa alla cintola una perla dalla luce abbagliante. La donna la prese tra le dita e riconobbe la famosa perla di Tunisi di cui tutte le ragazze del mondo favoleggiavano.
- E’ la perla che da fortuna, serenità e amore.
- Ti ringrazio, ma ahimè è ormai troppo tardi.
Si strinsero la mano ed entrambi morirono nel medesimo istante. Quasi immediatamente quei due corpi senza vita, si trasformarono in polvere, formando due piccoli mucchi di diverso colore. Il vento li sollevò e li mischiò formando una sottile tromba d’aria, che iniziò vorticosamente a vagare velocissima, fino a terminare la sua corsa nelle vicinanze di Tunisi. Un contadino che passava di lì recandosi in città per vendere i suoi datteri, trovò sulla sua strada un piccolo mucchio di polvere di due colori. Incuriosito lo raccolse e lo mise in un sacchetto che portò con sé al mercato. Per guadagnare qualcosa in più pensò di vendere quella strana polvere trovata lungo la strada, dicendo che era capace di far innamorare le persone. Il successo di tale idea fu immediato, ed in breve tempo centinaia di persone dalle città vicine si recarono a Tunisi alla disperata ricerca di quella polvere magica.(Da Angelo Mascia, Boe Muliake il templare)

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