lunedì 15 giugno 2015

LO SCIABORDIO DELL'ONDA SULLA BATTIGIA, LA BUONA SCUOLA E LA VERGINE CUCCIA


Dicono che ascoltare lo sciabordio delle onde sulla battigia sia il metodo più efficace per scaricare lo stress di un anno scolastico particolarmente impegnativo. Sarà per questo che da tanti  anni dal primo luglio prendo una casetta in affitto a Putzu Idu. Le  lunghe passeggiate tra la Salina manna e le falesie di Su Tingiosu, il silenzio del faro di Capu Mannu e i voli di fenicotteri all’ora del tramonto sono ideali per ‘recuperare l’equilibrio psico-fisico’  indispensabile per affrontare un nuovo anno scolastico in compagnia di una sessantina di ragazzi in piena crisi preadolescenziale e adolescenziale. Anche Sandro, Linda  e il gruppo di colleghi pisani, la preside Lia, il maestro di pianoforte Delvecchio, la scrittrice austriaca Susanne,  anche lei affetta dal mal di Sardegna, sbarcheranno il primo luglio a Putzu Idu. E ci sarà anche Stefano Benni,  che dai pescatori di Su Pallosu ha appreso quelle colorite espressioni in sardo che troviamo nei suoi racconti e se lo incontri al bar di Lepori pensi che sia anche lui un pescatore. Io però quest’anno il primo luglio mancherò all’appuntamento. Mi dispiace, perché  il primo  si farà la conta di chi c’è e chi non c’è, si parlerà del governo Renzi (gli amici pisani votano tutti Pd) e della riforma della scuola.
Dirigente, ho fatto questa lunga premessa per dirLe che essere presente a scuola l’1 e il 2 luglio per la consegna del documento di valutazione della classe Terza A, mi crea qualche difficoltà.  Alla mia richiesta di ferie ha risposto che ‘sono subordinate alla concessione delle stesse da parte del dirigente scolastico’. So che il datore di lavoro non è tenuto a negoziare il periodo di ferie con il lavoratore, e che il dirigente tra i tanti poteri dispone anche di quello di concedere le ferie, ma è pur vero che deve essere fatta una valutazione tra le esigenze dell’azienda e gli interessi dei lavoratori. Ho usato il termine azienda al posto di scuola, per dimostrarLe che anche io sto cominciando ad entrare nell’era della riforma della Buona scuola. Raccontano che l’anno scorso nei confronti di un collega sia stato avviato un procedimento disciplinare per non aver partecipato alla consegna delle schede. Collega incauto. Se venisse approvata la riforma potrebbe fare la fine dell’empio servo di La vergine cuccia di Parini
L’empio servo tremò; con gli occhi al suolo
udì la sua condanna. A lui non valse
merito quadrilustre; a lui non valse
zelo d’arcani uficj: in van per lui
fu pregato e promesso; ei nudo andonne
dell’assisa spogliato ond’era un giorno
venerabile al vulgo. In van novello
Signor sperò; ché le pietose dame
inorridìro, e del misfatto atroce
odiàr l’autore. Il misero si giacque
con la squallida prole, e con la nuda
consorte a lato su la via spargendo
al passeggiere inutile lamento:
e tu vergine cuccia, idol placato
da le vittime umane, isti superba.






mercoledì 10 giugno 2015

ULTIMO GIORNO DI SCUOLA



Ultimo giorno di scuola. Suona la campanella, aspetto il cambio  in Seconda B, ancora  un’ora e l’anno scolastico è finito. Conclusione da mesi  evocata e sognata da alunni e prof. La porta si apre e Francesca, la supplente di inglese, ha le lacrime agli occhi. ‘ Non ce la faccio a salutarli, non posso farmi vedere da loro mentre piango.’ Sorrido e le spiego che a me è capitato tantissime volte. Ho fatto la prima supplenza a vent’anni, non so quasi più da quanti anni insegno, e non so neppure tra quanti anni andrò in pensione, so solo che i giorni più belli dell’anno scolastico sono, ossimoricamente, l’ultimo e il primo. Rientriamo insieme in classe e spieghiamo ai ragazzi che i prof, anche quando urlano con la loro voce stridula e li rimproverano, anche quando danno compiti impossibili e fanno le verifiche di lunedì, anche quando sembrano insopportabili e antichi vogliono loro un sacco di bene. Francesca li abbraccia uno per uno e le sue lacrime si mescolano con quelle dei ragazzi. Io no, ho 37 anni di servizio e mica posso farmi vedere in lacrime dagli alunni! Ad ogni buon conto esco dall’aula e vado in sala professori, per fortuna non c’è nessuno.

lunedì 8 giugno 2015

Lo scrittore Angelo Mascia presenta il suo nuovo libro: i Sardi del X secolo a. C. avevano una potente civiltà urbana.

       

C’era la folla delle grandi occasioni al cineteatro di Sardara e alla festa per la pubblicazione del nuovo libro di Angelo Mascia L’ISOLA DALLE VENE D’ARGENTO. I numerosi interventi, tra i quali quelli di Giuseppe Marras e di Lauro Onnis, hanno sostenuto la tesi dello scrittore secondo il quale le presunte dominazioni dei Fenici e dei Cartaginesi sono frutto della storiografia antiquata dei baroni dell’archeologia. I giganti di Monti Prama, nascosti per 30 anni negli oscuri magazzini del museo di Cagliari, cambiano la storia della Sardegna e del Mediterraneo. A Monti Prama c’era   una città, una città sarda come  Nora, Bithia, Karalis, Tharros,  Bosa, Sulky  che esistevano ben prima che in Sardegna sbarcassero i Fenici con le loro mercanzie. I Sardi non erano eternamente dominati o isolati, ma avevano una grande e potente civiltà urbana che basava la sua ricchezza sull’ argento delle sue miniere, su di un’agricoltura che utilizzava tecniche agricole molto avanzate e sui commerci. Queste attività producevano un surplus di ricchezza  che consentiva la costruzione di un’impressionante rete di nuraghi in tutto il territorio dell’isola e che presupponevaun’articolata organizzazione statuale e  sociale. La mitologia della Sardegna immobile e isolata crolla come un castello di sabbia. I Sardi del X secolo a.C. avevano una civiltà urbana e conoscevano la scrittura. Anche le cariatidi del mondo accademico e archeologico devono prendere atto di quanto scrittori coraggiosi come Angelo Mascia vanno ripetendo da tempo. 

Prossima presentazione dell’ISOLA DALLE VENE D’ARGENTO  a Sant’Antioco, l’antica Sulky.