C’era la folla delle grandi occasioni al cineteatro di Sardara e alla festa per la pubblicazione del nuovo libro di Angelo Mascia L’ISOLA DALLE VENE D’ARGENTO. I numerosi interventi, tra i quali quelli di Giuseppe Marras e di Lauro Onnis, hanno sostenuto la tesi dello scrittore secondo il quale le presunte dominazioni dei Fenici e dei Cartaginesi sono frutto della storiografia antiquata dei baroni dell’archeologia. I giganti di Monti Prama, nascosti per 30 anni negli oscuri magazzini del museo di Cagliari, cambiano la storia della Sardegna e del Mediterraneo. A Monti Prama c’era una città, una città sarda come Nora, Bithia, Karalis, Tharros, Bosa, Sulky che esistevano ben prima che in Sardegna sbarcassero i Fenici con le loro mercanzie. I Sardi non erano eternamente dominati o isolati, ma avevano una grande e potente civiltà urbana che basava la sua ricchezza sull’ argento delle sue miniere, su di un’agricoltura che utilizzava tecniche agricole molto avanzate e sui commerci. Queste attività producevano un surplus di ricchezza che consentiva la costruzione di un’impressionante rete di nuraghi in tutto il territorio dell’isola e che presupponevaun’articolata organizzazione statuale e sociale. La mitologia della Sardegna immobile e isolata crolla come un castello di sabbia. I Sardi del X secolo a.C. avevano una civiltà urbana e conoscevano la scrittura. Anche le cariatidi del mondo accademico e archeologico devono prendere atto di quanto scrittori coraggiosi come Angelo Mascia vanno ripetendo da tempo.

Prossima presentazione dell’ISOLA DALLE VENE D’ARGENTO a Sant’Antioco, l’antica Sulky.
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